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Disparità di genere e (possibili) carenze genitoriali negli affidamenti di minori

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Il contesto italiano ci dice che, negli affidamenti congiunti, il genitore non collocatario, quello che gode solo dei diritti di visita, nel 92% dei casi è il padre e si occupa dei figli solo per il 17% del tempo.L’affidamento esclusivo al padre, invece, rappresenta solo l’1,9% dei casi. Una condizione, quella che vede il padre portatore di un ruolo marginale per quanto riguarda la gestione della quotidianità dei figli, a tal punto reiterata nel tempo da portare, molto spesso, il padre stesso a definirsi “mammo” nei casi minoritari in cui le responsabilità genitoriali sono in equilibrio e ben suddivise.

Ma perché il padre fa riferimento al ruolo della madre per descrivere le sue mansioni genitoriali? Per rispondere dovremmo analizzare diversi fattori, come, ad esempio, l’età media degli uomini alla nascita del primo figlio, 35,8 anni, e l’età media degli uomini al momento della separazione dalla moglie/partner, 47 anni (dati Istat). Risulta evidente che si tratta di una generazione di padri educati a una cultura che li spinge a pensare, anche inconsciamente, che certe attività debbano essere ricondotte, quasi naturalmente, alla donna.

“Sono sempre presente! Sono praticamente un mammo”, “Questo compito (ndr di cura) spetterebbe alla madre”, “Stare dietro a loro (i figli) mi sta rubando la vita”: riferirsi alle attività genitoriali in questi termini indica una sostanziale incapacità di condividere la cura dei figli in modo paritario con la madre e di assumersi un’adeguata responsabilità di essere genitore e padre. Per quanto questo concetto possa sembrare scontato, molti padri ancora faticano a scrollarsi di dosso i retaggi di una visione della società, ormai obsoleta, in cui è la madre la sola depositaria della cura familiare e dei figli. È la stessa divisione dei ruoli in un’ottica di genere a creare le disparità citate all’inizio e il concetto di naturalità del compito non fa che ostacolare il superamento di certe dinamiche.

Per fortuna, sembra che le cose stiano lentamente cambiando, ma resta comunque importante parlare di una condizione di disparità che, purtroppo, talvolta, travalica i contesti legali con drammatiche conseguenze per la società.

Lungi da noi il voler dare un giudizio sullo stato delle cose: in questo spazio cerchiamo, piuttosto, di condividere alcune osservazioni raccolte in anni di lavoro sul campo, portando a conoscenza del lettore casi concreti in cui alcune dinamiche vengono messe in risalto.

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